Nel mio ultimo post ti ho chiesto quali erano le tue credenze sul denaro e se ti aiutavano oppure ti ostacolavano nel raggiungimento dei tuoi obiettivi. Spero sinceramente che tu ci abbia riflettuto. Nel caso non l’avessi ancora fatto oppure se cerchi ulteriori spunti, oggi ti parlerò di alcune credenze limitanti sul denaro molto diffuse e del perché ti danneggiano.

I soldi non fanno la felicità.

Meglio essere poveri ma felici. E’ vero che non basta avere soldi per essere felici ma è altrettanto vero che essere poveri non equivale all’essere felici. Lo stress finanziario è una cosa reale e deleteria.

I soldi non risolvono tutti i problemi però non ti sentiresti più tranquilla se sapessi che puoi fare fronte tranquillamente a tutti i tuoi impegni e che se si dovesse rompere la macchina non avresti problemi a pagare il meccanico?

Ricordo quella volta che dovevo andare dalla Francia alla Sicilia in treno ma purtroppo c’era uno sciopero e il mio treno da Marsiglia a Genova era stato cancellato. Mia madre mi ha accompagnato in macchina fino a Genova. A prescindere del tempo impiegato, è stata una bella spesa inattesa a livello di carburante e pedaggio. Per fortuna avevo soldi a disposizione e ho potuto farlo.

Molte volte pensare che i soldi non fanno la felicità è un modo di accontentarsi. Vorrei avere più soldi però credo di non potere quindi mi consolo pensando che averne di più non sarebbe una cosa così positiva.

Ma io dico, perché chi è ricco deve per forza essere infelice e insodisfatto?

Ah sì lo so.

I soldi cambiano le persone.

Sottinteso in peggio. Si litiga per un’eredità. Ci si dimentica delle proprie umili origini. Gli altri ti cercano solo per il tuo denaro.

Per me i soldi come il potere non cambiano per forza le persone in peggio. Rendono più visibile come sono realmente. La bontà di una persona non dipende dal suo conto in banca. Quando ho lavorato con Giada Carta, mi ha fatto fare un bellissimo esercizio. Ho cercato donne italiane ricche, buone e generose. Mi era subito venuto in mente Marina Salamon* ma ho conosciuto l’imprenditrice e filantropa Isabella Seragnoli  e un lato nuovo per me di Letizia Moratti.
Mi ha molto colpito questa frase di Isabella Seragnoli. “Il modo migliore per preservare i privilegi non è quello di difenderli ma è quello di condividerli.”

Personalmente voglio avere più soldi anche per essere più generosa. Al momento sto facendo il sostegno scolastico di 8 bambini in Mali con l’associazione Abareka Nandree. Il mio sogno è arrivare a finanziare una scuola intera.

Non sono brava con i soldi.

Nessuno nasce imparato. Non è che non sei brava è che molto probabilmente non hai dimestichezza con il lessico finanziario e/o non hai identificato la tua personalità finanziaria e le tue credenze limitanti sul denaro.

Il primo passo è semplice. Smettila con questa scusa e cambia il tuo atteggiamento rispetto al denaro. Impegnati a capire di più. Leggi e informati. Comunque visto che sei qui a leggere il mio blog sono fiduciosa e credo che ce la farai 🙂

Se hai le mani bucate, chiediti perché lo fai? Quando ti viene l’impulso di comprare una cosa, fermati un attimo e rifletti se questa cosa ti serve veramente. Potresti darti una regola di dovere aspettare 24 ore prima di fare un acquisto per vedere se l’indomani lo vuoi ancora.

Scrivi tutte le cose che pensi sul denaro. Sono vere? Come fai a saperlo? Sono credenze che ti aiutano oppure ti ostacolano?

Un giorno il mio principe verrà.

oppure vincerò al Superenalotto. Vi ricordate il locus of control? Se aspettate che un evento esterno sistemi la vostra situazione economica rischiate di aspettare a lungo.

L’altra aspetto da prendere in considerazione è che siete abituate a spendere fino all’ultimo centesimo senza mettere niente da parte molto probabilmente con più soldi a disposizione farete la stessa cosa.

Bisogna riprenderci il nostro potere. Siamo noi a creare la nostra fortuna. La quantità di soldi nella nostra vita dipende da noi. E’ inutile sognare ad occhi aperti senza fare niente concretamente per cambiare la nostra situazione. Bisogna rimboccarsi le maniche e chiedersi “Cosa posso fare oggi per avvicinarmi al mio sogno?”

Bisogna lavorare di più per guadagnare di più.

Non voglio avere più soldi ma non avere tempo per godermeli. La libertà non ha prezzo.

E’ vero. Il tempo a disposizione è quello che è. 24 ore al giorno per tutti. Lavorando più ore per guadagnare di più ti ritrovi a fare il criceto nella sua ruota.

E se invece la quantità di soldi nella tua vita non fosse proporzionale al numero di ore che lavori? Se lavorassi di meno e guadagnassi di più? Non devi per forza vendere il tuo tempo in cambio di denaro. E’ quello che spiega Robert Kiyosaki nel suo libro I quadranti del cashflow*. Chiaramente c’è sempre da lavorare sodo però non sarebbe meglio lavorare per vivere piuttosto che vivere per lavorare?

Avevo detto cinque credenze limitanti ma ne aggiungo una. E’ tipicamente femminile e molto pericolosa.

Non ha senso cercarmi un lavoro perché userei tutto il mio stipendio per pagare la baby-sitter.

E’ un ragionamento che parte dal presupposto che i figli sono l’unica responsibilità della madre. E’ lei che deve chiedere il part time e eventualmente rinunciare al lavoro se a punto i soldi per la babysitter o l’asilo sono quasi equivalente al suo stipendio/guadagno.

Le cose vanno viste in un’ottica diversa. C’è un budget familiare e l’asilo nido è una delle voci di questo budget. Sono i soldi della famiglia che lo pagano non lo stipendio della madre.

So che sto toccando un tasto molto delicato ma la decisione di rimanere a casa o meno con i propri figli non può essere fatta solamente mettendo sui piatti della bilancia quanto si guadagna e quanto costa una babysitter. Bisogna prendere in considerazione altri fattori. Ad esempio quegli anni senza lavorare sono anni dove non si versano contributi per la pensione. Ci avevate pensato?

 

Esistono molte altre credenze limitanti sul denaro. Ora dovrebbe essere più facile per te accorgertene e combatterle. Ma di questo parleremo nel prossimo post.

In quale di queste credenze limitanti ti sei riconosciuta?

 

 

 

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